..non c'è niente da fare.. mi basta vedere alcune foto.
I sorrisi.. i brindisi.. e l'atmosfera di una serata in cui so che mi sarei sentita a "casa mia".
..e la nostalgia mi spacca il cuore.. finirà mai?
cinque anni e non passa..
possibile che l'amore per una famiglia duri più dell'amore per una persona?..
possibile che il senso di appartenenza vissuto allora non sia ripetibile con nessun altro nucleo familiare?
possibile far finire il senso di mancanza?
Monday, August 13, 2012
Saturday, August 04, 2012
..ho osservato per anni una persona schiva.. silenziosa.. poco incline alla comunicazione con me e con le persone della mia famiglia.. credevo si trattasse di timidezza e carattere poco estroverso.. scopro adesso come fosse, invece, invidia rancorosa.. e come il silenzio non proteggesse la dolcezza bensì' lo sviluppo di un'arroganza smisurata..
..la mia fortuna e' che mi basta non aprirle piu' la porta.
..la mia fortuna e' che mi basta non aprirle piu' la porta.
Friday, August 03, 2012
Wednesday, August 01, 2012
La stanza e' vuota, buia e sileziosa.. mi riapproprio dei suoni della solitudine..
No, non amo essere sola ma non mi accadeva veramente da anni.. mi mancano le mie bambine, mi manca Daniele.. ma ritrovo il mio corpo ed i miei pensieri..
..le porte tutte spalancate.. il disordine.. scatoloni aperti.. mille cose iniziate e mai finite.. la scopa appoggiata in un angolo a caso.. non ho il latte per la colazione domani.. non ho il pane..
.. per due giorni me ne freghero'
Thursday, April 05, 2012
Monday, March 26, 2012
"La
vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e
un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle
dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene
l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto
il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché
quel mucchietto non ubbidisce alle leggi
della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e
crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che
farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano
da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove
sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno
il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia
c'è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e
ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i
ghirigori."
Antonio Tabucchi
..grazie per tutti i ghirigori che ci hai lasciato
..grazie per tutti i ghirigori che ci hai lasciato
Tuesday, March 06, 2012
..e sono di nuovo ad LA.. ed e' di nuovo casa.. anche se ci arrivo con due figlie arrivate da quando questa "casa" l'ho lasciata..
..forse e' solo il gioco del rimpianto che mi fa credere di desiderare ancora la nostra vita qui.. forse invece sarebbe stato giusto aver passato qui gli ultimi quattro anni..
..la complessita' della vita familiare.. quando la tua vita non e' piu' solo tua.. quando nelle decisioni che prendi il tuo punto di vista, le tue necessita', i tuoi desideri sono per forza gli ultimi della lista.. e non perche' sei forzato ma perche' cosi' deve essere.. ecco la complessita' della vita familiare avrebbe forse spento piano piano il mio amore per questo posto e per quello che e' stato.. mi sono lasciata il regalo prezioso di un sogno??
..cammino e le possibilita' del sogno sono ancora tutte alla mia portata.. allungo una mano e le prendo.. e sono le mani di Sofia e Viola.. sono loro.. vorrei poterle vedere felici cavalcare con piu' gioia e serenita' tutte quelle mie possibilita'...
..forse e' solo il gioco del rimpianto che mi fa credere di desiderare ancora la nostra vita qui.. forse invece sarebbe stato giusto aver passato qui gli ultimi quattro anni..
..la complessita' della vita familiare.. quando la tua vita non e' piu' solo tua.. quando nelle decisioni che prendi il tuo punto di vista, le tue necessita', i tuoi desideri sono per forza gli ultimi della lista.. e non perche' sei forzato ma perche' cosi' deve essere.. ecco la complessita' della vita familiare avrebbe forse spento piano piano il mio amore per questo posto e per quello che e' stato.. mi sono lasciata il regalo prezioso di un sogno??
..cammino e le possibilita' del sogno sono ancora tutte alla mia portata.. allungo una mano e le prendo.. e sono le mani di Sofia e Viola.. sono loro.. vorrei poterle vedere felici cavalcare con piu' gioia e serenita' tutte quelle mie possibilita'...
Sunday, December 04, 2011
inseguendo l'estate
..arriva il Natale ed io vi regalo un momento d'estate... preparatevi pero' alle foto dell'Albero di Natale... sono in arrivo per la sfida annuale del blog di Amalia!!!
Wednesday, November 16, 2011
Thursday, June 02, 2011
Friday, April 22, 2011
QUANDO RITORNA UN EROE di Rita Pani

Vittorio è tornato, dimenticato da questo stato, capace di rendere eroe un mercenario assassino, un soldato che uccide in guerra, una guerra che questo stato dovrebbe ripudiare, ma non rende eroe chi va a morire per la pace, quella vera, che in cuor suo sa, non ci sarà mai. È la sintesi di questo stato al contrario, che ogni giorno mi ricorda perché nessun sacrificio si ha da fare.
Troppe vole abbiamo visto una marionetta andare a posare le mani sulla bara degli “eroi”, chiamati così non per la giustezza delle azioni da essi compiute, ma solo per tacitare le coscienze loro, e tener buone quelle di chi avrebbe potuto ricordarsi che l’Italia – appunto – ripudia la guerra. Tornavano da eroi in pompa magna, con l’esercito schierato, la banda o la fanfara, i cappotti blu, degli uomini scesi dalle auto blu, che ci fosse il sole o la pioggia, tutti in fila e mesti, a farci credere un dolore fasullo, che desse vigore, magari, ad un impegno da intensificare.
Anni e anni di guerra hanno prodotto molti eroi, troppi eroi, così che gli ultimi che hanno dovuto morire, a dire il vero, hanno visto sfumare la pompa, e la fanfara nemmeno c’era. Una giacchetta blu al posto dei cappotti, e due parole distratte di un cronista senza troppa mestizia. La marionetta, l’unica a persistere nei pellegrinaggi a Ciampino, per il rito ormai consumato dell’imposizione delle mani sulle mani di una madre e poi della bara foderata dal tricolore, quello senza alcun valore, che un giorno può rappresentare il senso stretto di questo stato al contrario, e il giorno dopo persino il simbolo della contestazione – allo stato.
Vittorio è tornato con un volo di linea – che lo stato non se lo è andato nemmeno a pigliare – avvolto nella bandiera palestinese e protetto dal cellophane, senza marionette a fingere il dolore già espresso in frasi di circostanza, buttate là col rigore di chi recita una parte senza ormai nessuna convinzione. Non ci sono più voci ferme o tremolanti, che vibrano d’emozione, ma solo atone litanie che suonano come la noia di un ritornello imparato a memoria da chi sembra aver scordato il resto della canzone.
“Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”. E questo stato ci fa beati, cancellando i nostri eroi, quelli veri, quelli che potrebbero insegnare a chi in questo stato muove i primi passi per divenir uomo, che si può essere diversi e migliori di quel che ci viene mostrato, giorno dopo giorno, a seppellirci nel nostro stesso vomito, nello schifo che ci allontana dalla vita comune e dalle cose di tutti. Vittorio avrebbe potuto insegnare che vivere fino in fondo la coerenza del proprio ideale, è un bel vivere, anche se dell’ideale si può morire. Vivere fino in fondo la convinzione di poter essere parte di un mondo senza confini, lottare perché il mondo possa essere luogo ospitale, è l’unica guerra che ci si potrebbe impegnare a combattere, l’unica capace di zittire le armi, di far cessare il sangue. Posare le mani sulla bandiera palestinese che racchiudeva la vita di Vittorio, avrebbe potuto spalancare la finestra sulla vita di tutti coloro che in fila si sono radunati davanti al simulacro dell’eroe preconfezionato, far entrare aria fresca nelle vite di chi non è più capace nemmeno di discernere cosa è giusto da quel che non lo è.
Ma per fortuna Vittorio non è stato del tutto dimenticato da chi appieno ne ha compreso il valore. Il Presidente ha mandato una sua delegazione, a riconoscerlo eroe, figlio migliore di quello Stato che si vorrebbe cancellare, a riconoscergli l’onore e il merito di aver speso la sua vita per ciò in cui credeva: l’utopia della pace. Grazie Presidente Abu Mazen, per aver accolto Vittorio nel suo popolo palestinese, l’Italia non è degna di lui.
Rita Pani (APOLIDE)
http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/2011/04/quando-ritorna-un-eroe.html
Tuesday, April 05, 2011
Tuesday, March 29, 2011
..piu' chiaro di cosi'?
L'odore delle rose
e' una reazione chimica,
se un giorno lo scoprissi
non l'ameresti piu'?
Il senso delle cose
e' una coperta stesa
su un passato ancora vivo
ma te lo ricordi tu?
Se torni indietro amore
tu certo ce la farai
a dare un senso alle cose
che sono dentro di te
Se torni indietro amore.
Il perche' delle emozioni
perche nascono e poi muoiono
credi a me non lo sappiamo
e non lo sapremo mai.
Ma le cose in cui credevo io
son le stesse da una vita
cambia forse lo scenario,
cambia il gusto ma che fa?
Se torni indietro amore...
Qualcosa che ti va, credi a me
qualcosa che tu sei nel profondo del cuore.
Qualcosa che ti va, credi a me
qualcosa che tu sei nel profondo del cuore.
L'odore delle rose
dura il tempo di un sorriso
sul tuo abito da sposa
dura il tempo che vuoi tu
Cosi' passa la mia vita
cosi' passa la tua vita
e perche' non ti rincontro
neanche me lo chiedo piu'.
Se torni indietro amore
Qualcosa che ti va, credi a me
qualcosa che tu sei nel profondo del cuore.
Qualcosa che ti va, credi a me
qualcosa che tu sei nel profondo del cuore.
Thursday, March 17, 2011
Wednesday, March 09, 2011
LE FURBE INTERPRETAZIONI...
Da ormai più di un mese nelle università italiane stiamo assistendo ad un vero e proprio licenziamento di massa. Gli assegni di ricerca non possono essere banditi perché il ministro ancora non riesce ad emanare le due righe di decreto attuativo della "riforma" Gelmini che ne devono fissare l'importo minimo. Rettori ed amministrazioni, paralizzati dalla paura di non si capisce bene cosa, rifiutano di rinnovare i vecchi assegni in scadenza e in alcuni casi addirittura bloccano le procedure bandite prima dell'entrata in vigore della "riforma". Il ministero si rifiuta ostinatamente di diffondere uno straccio di nota esplicativa che tranquillizzi le burocrazie d'ateneo. A contrattisti e borsisti già in servizio alla data di entrata in vigore della "riforma" è vietato svolgere attività di ricerca (nonostante siano pagati per questo) e nessuno nel governo pensa sia il caso di sanare questa follia legislativa.
Questo stato di cose sta provocando il licenziamento de facto di 120-150 precari al giorno, domeniche comprese. Ad oggi quasi 5000 persone hanno già perso il lavoro senza essere protette da alcun tipo di ammortizzatore sociale ed è facile calcolare che, in assenza di opportuni interventi, diventeranno decine di migliaia entro la fine dell'anno.
Però...
...i timori che impediscono a rettori e amministrazioni di rinnovare e bandire assegni di ricerca, svaniscono improvvisamente quando si tratta di bandire docenze a contratto gratuite o sottopagate richiamandosi a leggi esplicitamente abrogate dalla "riforma"! Da Torino a Cosenza, dall'Aquila a Roma, i commi oramai abrogati della vecchia "riforma Moratti" sono utilizzati da rettori e presidi per bandire contratti di docenza in aperto contrasto con le normative vigenti e, alle osservazioni dei precari, si risponde invocando i regolamenti di ateneo o rinviando ad un secondo momento l'eventuale adeguamento alla nuova normativa. Come se gli atenei avessero l'indipendenza della Repubblica di San Marino e nell'ordinamento giuridico italiano non vigesse una gerarchia delle fonti che pone i regolamenti interni di un ateneo in un rango nettamente inferiore rispetto alle nuove disposizioni di legge.
Questa politica di ignorare le novità della legge Gelmini per evitare di sopprimere corsi e al tempo stesso abbandonarsi alle interpretazioni più ottusamente pignole quando si tratta di licenziare precari è inaccettabile! Si adotti una coerente linea di comportamento, si ponga fine al licenziamento dei precari e si abbandoni per sempre la deprecabile abitudine di bandire contratti di docenza gratuiti o sottopagati.
Coordinamento ricercatori e docenti Precari - Università (CPU)
Friday, March 04, 2011
Tuesday, February 22, 2011
Friday, February 18, 2011
Wednesday, February 16, 2011
...come ci si fa a confrontare con gente che ancora nel 2011 ti dice ... eh va bene anche se ti sono venute due femmine...(ma con l'aria di pensare che non sei completa...)... come se "fare il figlio maschio" sia la cosa fondamentale della vita di una donna?? ... ma si sono accorti di essere in un altro secolo??
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