Tuesday, March 30, 2010

I principi di democrazia (che, comunque, da una certa parte politica vengono tirati in ballo solo quando fan comodo e calpestati per il resto dell'anno) IO li rispetto.

Infatti oggi non sono qui a gridare al golpe ne' a sparare stronzate tipo i giudici mi perseguitano.. i radicali mi si sono sdraiati davanti per non farmi consegnare le liste.. o a chiamare una nuova marcia su Roma (vedi La Russa ndr)..

..molto semplicemente dichiaro che tutti coloro che hanno di nuovo votato per il nano faccia di merda ed i suoi compari mi FANNO SCHIFO...

Friday, March 26, 2010

..mi ha fatto emozionare


Thursday, March 25, 2010

Amalia

oggi e' il compleanno di Amalia.. e tutti i miei abbracci sono per lei..

oggi vorrei passare con Amalia e famiglia il suo compleanno .. ed il non poterlo fare mi rende "nuvolosa".. la mia vita ha un orizzonte bislacco..

VIGILIA DI RESTARE


Tutto è pronto: la valigia,
le camicie, le mappe, la fatua speranza.

Mi spolvero le palpebre.
Ho messo all'occhiello
la rosa dei venti.

Tutto è pronto: il mare, l'atlante, l'aria.

Mi manca solo il quando, il dove,
un diario di bordo, le carte
di navigazione, venti a favore,
il coraggio e qualcuno che mi ami
come non so amarmi io.

La nave che non c'è, le mani attonite,
lo sguardo intento, le imboscate,
il filo ombelicale dell'orizzonte
che sottolinea questi versi sospesi...

Tutto è pronto. Sul serio. Invano.

Juan Vicente Piqueras

Sunday, March 21, 2010

"LA DISPERAZIONE più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile."

Per un voto onesto
servirebbe l'Onu

di ROBERTO SAVIANO


 Per un voto onesto servirebbe l'Onu
"LA DISPERAZIONE più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo". È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?

Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c'è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L'ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l'orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità.

Il senso del "è tutto inutile" toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un'Italia così, a un'Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all'Osce, all'Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare.

Ciò che riusciamo a valutare, a occhio nudo, sono i ribaltoni, i voltafaccia, i casi eclatanti in cui per ridare dignità alla cosa pubblica un politico, magari, si dovrebbe fare da parte anche se per legge può rimanere dov'è. Ma non riusciamo a esercitare un controllo che costringa la politica italiana a guardarsi allo specchio veramente, perché lo specchio che usiamo riesce a riflettere solo gli strati più superficiali della realtà. Ci indigniamo per politici come l'imputata Sandra Lonardo Mastella che dall'esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro. Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all'ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell'Udc. Così sui manifesti c'è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.

Ci indigniamo per la vicenda dell'ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, Roberto Conte, candidatosi nuovamente nonostante una condanna in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e per giunta questa volta nel Pdl. Ci indigniamo perché il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, su cui pende un mandato d'arresto, mantiene la propria posizione senza pensare di lasciare il suo incarico di sottosegretario e di coordinatore regionale del Pdl.

Ci indigniamo perché è possibile che un senatore possa essere eletto nella circoscrizione Estero con i voti della 'ndrangheta, com'è accaduto a Nicola Di Girolamo, coinvolto anche, secondo l'accusa, nella mega-truffa di Fastweb. Ci indigniamo, infine, perché alla criminalità organizzata è consentito gestire locali di lusso nel cuore della nostra capitale, come il Café de Paris a via Vittorio Veneto.
Ascoltiamo allibiti la commissione parlamentare antimafia che dichiara, riguardo queste ultime elezioni, che ci sono alcuni politici da attenzionare nelle liste del centrosinistra.

E ad oggi il centrosinistra non ha dato risposte. Si tratta di Ottavio Bruni candidato nel Pd a Vibo Valentia. Sua figlia fu trovata in casa con un latitante di 'ndrangheta. Si tratta di Nicola Adamo candidato Pd nel Cosentino, rinviato a giudizio nell'inchiesta Why not. Di Diego Tommasi candidato Pd anche lui nel Cosentino e coinvolto nell'inchiesta sulle pale eoliche. Luciano Racco candidato Pd nel Reggino, che non è indagato, ma il cui nome spunta fuori nell'ambito delle intercettazioni sui boss Costa di Siderno. Il boss Tommaso Costa ha fornito, per gli inquirenti, il proprio sostegno elettorale a Luciano Racco in occasione delle Europee del 2004 che vedevano Racco candidato nella lista "Socialisti Uniti" della circoscrizione meridionale. Tutte le intercettazioni sono depositate nel processo "Lettera Morta" contro il clan Costa ed in quelle per l'uccisione del giovane commerciante di Siderno Gianluca Congiusta.

A tutto questo non possiamo rimanere indifferenti e ci indigniamo perché facciamo delle valutazioni che vanno oltre il - o vengono prima del - diritto, valutazioni in merito all'opportunità politica e alla possibilità di votare per professionisti che non cambino bandiera a seconda di chi sta alla maggioranza e all'opposizione. Trasformarsi, riciclarsi, mantenere il proprio posto, l'antica prassi della politica italiana non è semplicemente una aberrazione. È ormai considerata un'abitudine, una specie di vizio, di eventualità che ogni elettore deve suo malgrado mettere in conto sperando di sbagliarsi. Sperando che questa volta non succeda. È un tradimento che quasi si perdona con un'alzata di spalle come quello d'un marito troppo spensierato che scivola nelle lenzuola di un'altra donna.

Ma si possono barattare le proprie attese e i propri sogni per la leggerezza e per il cinismo di qualcun altro?
Oramai si parte dal presupposto che la politica non abbia un percorso, non abbia idee e progetti. Eppure la gente continua ad aspettarsi altro, continua a chiedere altro.

Dov'è finito l'orgoglio della missione politica? La responsabilità di parlare a nome di un elettorato? Dov'è finita la consapevolezza che le parole e le promesse sono responsabilità che ci si assume? E la consapevolezza che un partito, un gruppo politico, senza una linea precisa, non è niente? Eppure proprio questo è diventata, nella maggioranza dei casi, la politica italiana: niente, spillette colorate da appuntarsi al bavero del doppiopetto. Senza più credibilità. Contenitori vuoti da riempire con parole e a volte nemmeno più con quelle. A volte si è divenuti addirittura incapaci si servirsi delle parole.

Quando la politica diviene questo, le mafie hanno già vinto. Poiché nessuno più di loro riesce a dare certezze - certezza di un lavoro, di uno stipendio, di una sistemazione. Certezze che si pagano, è ovvio, con l'obbedienza al clan. È terribile, ma si tratta di avere a che fare con chi una risposta la fornisce. Con chi ti paga la mesata, l'avvocato. Non è questo il tempo per moralismi, poco importa se ci si deve sporcare le mani.

Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso - meno crudele, certo, ma meno forte e solido - solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un'alternativa vera e vincente.
Anche nei paesi dominati dalle mafie è possibile essere un'alternativa.
Lo sono già i commercianti che non si piegano, lo sono già quelli che resistono, ogni giorno.

Del resto, quello che più d'ogni altra cosa dobbiamo comprendere è che le mafie sono un problema internazionale e internazionalmente vanno contrastate.
L'Italia non può farcela da sola. Le organizzazioni criminali stanno modificando le strutture politiche dei paesi di mezzo mondo. Negli Usa considerano i cartelli criminali italiani tra le prime cause di inquinamento del libero mercato mondiale. Sapendo che il Messico oramai è divenuto una narcodemocrazia la nostra rischia di essere, se non lo è già diventata una democrazia a capitale camorrista e ndranghetista.

Qui, invece, ancora si crede che la crisi sia esclusivamente un problema legato al lavoro, a un rallentamento della domanda e dell'offerta. Qui ancora non si è compreso davvero che uscire dalla crisi significa cercare alternative all'economia criminale. E non basta la militarizzazione del territorio. Non bastano le confische dei beni. Bisogna arginare la corruzione, le collusioni, gli accordi sottobanco. Bisogna porre un freno alla ricattabilità della politica, e come per un cancro cercare ovunque le sue proliferazioni.

Sarebbe triste che i cittadini, gli elettori italiani, dovessero rivolgersi all'Onu, all'Unione Europea, all'Osce per vedere garantito un diritto che ogni democrazia occidentale deve considerare normale : la pulizia e la regolarità delle elezioni.
Dovrebbe essere normale sapere, in questo Paese, che votare non è inutile, che il voto non si regala per 50 euro, per un corso di formazione o per delle bollette pagate. Che la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere. Che restare in Italia, vivere e partecipare è necessario. Che la felicità non è un sogno da bambini ma un orizzonte di diritto.

Monday, March 15, 2010





..l'ultima nevicata ai Pianacci ha dato vita al "bimbo-neve" un nuovo amico di Sofia...

Sunday, March 14, 2010

.. io gli insulti anonimi continuo ad ignorarli e non mi costa nulla.. solo la fatica di un click..
.. ma mi chiedo come sia possibile esista gente che, a distanza di tre anni ed una bambina, abbia ancora voglia di perdere tempo su certi argomenti.. (e sono certa che non e' nessuno dei diretti interessati..)
.. ma crescere?? ci sono battaglie piu' interessanti e sensate da combattere...
"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"
Mahatma Gandhi


Il 26 Marzo 2010 regala un libro ad uno sconosciuto..

http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/archives/1010

Friday, March 12, 2010

"VI SUPPLICO DI ESSERE SEMPRE INDIGNATI"
Martin Luther King

Sunday, March 07, 2010

CARE PIRLE E CARI PIRLA di Marco Travaglio


Care pirla e cari pirla che avete consumato diottrie a studiarvi le norme elettorali fino all’ultimo codicillo in corpo 2, avete consumato scarpe andando in giro a raccogliere firme regolari, vi siete congelati stazionando per ore ai banchetti per convincere i passanti a sottoscrivere le liste, avete rinunciato al tempo libero per inseguire gli autenticatori in capo al mondo e vi siete svegliati alle tre del mattino per presentarvi per tempo agli uffici elettorali, questo discorso a reti unificate è dedicato a voi imbecilli ancora convinti di vivere in uno Stato di diritto, in una democrazia fondata su elezioni regolari, cioè conformi alle leggi vigenti.

Spiacente di informarvi, casomai non ve ne foste ancora accorti, che viviamo in un regime fondato sulla legge del più ricco e del più forte, di chi grida e minaccia di più. Una legge che varia a seconda delle esigenze del più prepotente. Se, puta caso, costui viola la legge, non ha sbagliato lui: è sbagliata la legge, che viene cambiata su due piedi. Se poi, puta caso, la Costituzione non lo consente, non è sbagliata la nuova legge: è sbagliata la Costituzione. Che si può cambiare come un calzino sporco. Se penso che da cinquant’anni mi chiamano “il figlio del re” per la mia somiglianza con Umberto II, mi scompiscio. Hanno sbagliato re: io sono l’erede di Vittorio Emanuele III, quello che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 se ne fuggì a Brindisi. Sempre di notte. Infatti quando ho firmato il decreto salva-Banana? Di notte.

Del resto chi sono io per respingere una legge con messaggio motivato alle Camere come previsto dall’articolo 74 della Costituzione? Mica sono il garante della Costituzione. L’ho già detto per lo scudo fiscale: se non firmo, quelli mi rimandano indietro la stessa legge e poi devo firmarla comunque. Tanto vale farlo subito. A chi mi prospetta le dimissioni, rispondo che non conosco questa parola: sono in Parlamento dal 1953, figuriamoci. E in vita mia ho fatto ben di peggio che firmare leggi illegali: ho plaudito all’invasione sovietica dell’Ungheria, ho attaccato Berlinguer che evocava la questione morale, ero amico di Craxi, ho scritto pure alla vedova che il marito corrotto era un perseguitato.

Conosco l’obiezione: non c’è elezione senza qualche lista esclusa per ritardi o irregolarità. In Molise nel 2000 aveva vinto la sinistra con Giovanni Di Stasi, poi la destra di Michele Iorio fece ricorso contro alcune liste irregolari, Tar e Consiglio di Stato lo accolsero, si rifecero le elezioni e vinse Iorio che ancora governa. E il governo D’Alema non ci pensò neppure di fare un decreto per legalizzare le illegalità: peggio per lui, poi dicono che è intelligente. Del resto al Quirinale c’era ancora Ciampi, mica io. Due anni fa invece c’ero già io, quando alle Provinciali in Trentino venne esclusa, dopo i ricorsi di Lega e Pdl, la lista Udc alleata della sinistra. Nemmeno allora l’Unione pensò di salvare l’alleato con un decreto interpretativo: peggio per loro, pirla.

Ecco, care pirla e cari pirla: la prossima volta, anziché prendere sul serio la legge e rischiare l’assideramento per raccogliere le firme e presentarle in tempo utile, fate come me: statevene a casetta vostra davanti al caminetto, con la vestaglia di lana e le babbucce di velluto. Poi fate come i bananieri: all’ultima ora dell’ultimo giorno vi presentate in Corte d’Appello con le firme tarocche di Romolo Augustolo, George Clooney, Giovanni Rana e soprattutto Gambadilegno, magari vi fate pure un panino e una pennica per non arrivare proprio in orario, poi minacciate la marcia su Roma, portate in piazza una dozzina di esaltati, mi urlate “buh” sotto le finestre del Quirinale, mi fate sparare dai vostri giornali e io vi firmo la qualsiasi.

Anche la lista della spesa, il menu del ristorante, la ricevuta del parrucchiere, lo scontrino dell’intimissimo. Tanto Santoro l’hanno chiuso e per un mese non rompe con le sue notizie: fa tutto Minzolini, che sta dalla parte del Banana, cioè dalla mia. Statemi allegri. Il vostro presidente della Repubblica. Vostro, si fa per dire.
Cito paro paro dal Blog de "Il Russo". Il link e' questo:
http://ilrusso.blogspot.com/2010/03/cari-blogger-mavete-rotto-i-coglioni.html

Il suo pensiero e' il mio e non saprei riscriverlo meglio.

Cari Blogger: M'AVETE ROTTO I COGLIONI!

"Ai tempi del fascismo non sapevamo di vivere ai tempi del fascismo"

(Enzensberger)


E' vero: tra venerdì notte e sabato è stata fatta una porcata di quelle che gridano vendetta.
Ieri giro per i blog e cosa leggo? Invocazioni all'astensione, demoralizzazione, scoramento, inviti ad alzare le mani consegnandosi mani e piedi alle bestie, per citare De Andrè ci si costerna, ci s'indigna, ci s'impegna salvo poi gettar la spugna "con gran dignità".
Poi, per fortuna, m'imbatto in una voce fuori dal coro che reagisce dicendo: "Sono schifata, ma io continuo per cambiare qualcosa".


Fare Resistenza non significa soltanto lagnarsi, piangere miseria, compatirsi vicendevolmente beandosi del "l'avevo detto io che questi eran fascisti!": secondo voi, chi si ribellò al regime settantanni fa, passava le proprie giornate scribacchiando a destra e a manca su quanto si era sfortunati a vivere in un paese così di merda?
Ho sostenuto e sostengo Silvia alle regionali del Lazio, Pierprandi a quelle Emiliane e da oggi nel mio piccolo cerco di fare Resistenza sostenendo Pamela nel basso Piemonte.
Pamela ha 31 anni, fa politica perchè ci crede e non certo perchè velina, è quindi mediamente più giovane di molti bloggers che predicano la Rivoluzione in ciabatte davanti a un piccì, si paga i manifesti ed i bigliettini per la propria campagna elettorale, si mette su un blog su blogspot a zero spese da un paio di settimane perchè non può certo permettersi una campagna pubblicitaria tramite altri mezzi di informazione, si batte e sbatte nonostante la sua giovane età perchè crede di poter cambiare questa merda di paese da sinistra e in giro che facciamo alla faccia di chi come lei si mette in gioco in toto?
E' questo il mondo blogger? Gente che si piange addosso, che guarda quasi con soddisfazione la barca che affonda, che invita all'astensionismo facendo il gioco delle merde che barano, che intavola processi alla sinistra ogni 5 minuti ?
Ecco la mia (terza) risposta ai piagnoni che dovrebbero sciacquarsi la bocca ogni volta che parlano di Partigiani: sostenere una persona per bene per combattere e resistere alla deriva reazionaria di destra che affligge questo paese.
Non mi azzardo a chiedervi di fare come abbiamo fatto io e Gap di linkarla nella home page del vostro blog come per tutti i candidati che vengono "dal basso" e sono quindi vicini a noi, sia mai, vuoi mettere un bel banner di un Grillo et similia con persone non ricche che hanno bisogno del nostro sostegno come il pane?
Almeno andate da Pamela, ditele di continuare e non abbattersi nonostante la sua giovane età e i pochi mezzi che ha a disposizione, ditele di fare politica anche per noi, abbiamo maledettamente bisogno di qualcuno che creda e faccia politica alla faccia (mi si perdoni l'involontario gioco di parole) di tutte le porcherie, abbiamo maledettamente bisogno di essere rappresentati da persone perbene!
Allora, che aspettate, volete muovere il vostro blogculo e reagire a sta porcata ai danni dei candidati onesti?

Tuesday, March 02, 2010


Sono fatta di libri.. dentro ho tutti quelli che ho amato ed anche alcuni che ho faticato a finire.. finalmente ho riempito la mia casa dei miei libri.. li avevo lasciati sparpagliati nelle case del mondo che ho abitato negli ultimi anni.. adesso piano piano si sono riuniti e posso toccarli, rileggerli, annusarli.. cercare i segni con cui li ho marchiati per ritrovare le frasi che sono suonate piu' forti dentro.
Sono fatta di libri..