E’ uscito uscito su Il Giornale un articolo dal titolo “Pagato dalla Regione per ululare nei boschi” ed eccovi la risposta che e’ stata inviata alla redazione e ad altri giornali. Noi la pubblichiamo, gli altri lo faranno?

Caro Francesco Cramer,

mi chiamo Elena Patriarca, di professione rubo al contribuente italiano e avrei continuato la mia carriera di parassita se Lei non mi avesse smascherata. Grazie al suo articolo ormai tutti sanno che ho ricevuto 6 mila euro dalla Regione Valle d’Aosta per il monitoraggio dei chirotteri (i pipistrelli, ovvero un terzo delle specie di mammiferi presenti nella regione).

Nel suo articolo però Lei non dice tutto, certamente non per ignoranza o per intento, bensì, immagino, per delicatezza. Io ormai sono nel baratro, probabilmente nessuno mi affiderà più un incarico e quindi tanto vale che vuoti del tutto il sacco: denuncerò i mandanti!

Si tratta di gente che bazzica a Bruxelles, pesci grossi, non aringhe come me, che rubano i soldi del contribuente europeo. Tengono i contatti con noi aringhe attraverso dei pizzini, cui hanno dato il nome di “Direttive”, immagino per disorientare i giornalisti come Lei. Uno di questi pizzini, la Direttiva Habitat, obbliga gli Stati membri dell’Unione Europea a monitorare lo stato di conservazione delle specie di “interesse comunitario”, fra le quali tutti i chirotteri. Lo Stato Italiano è tenuto a trasmettere rendicontazioni su tale argomento a quei furfanti di Bruxelles ogni 6 anni e, a tale fine, alle Regioni spetta il compito di raccogliere dati sul proprio territorio e trasmetterli annualmente allo Stato.

In tali resoconti, le Regioni devono anche far sapere quali misure hanno adottato per evitare il degrado dei Siti di Importanza Comunitaria (specie di covi, dove la “cupola” dell’organizzazione tutela habitat e specie minacciati). I soldi che avrò dalla Regione, in effetti, sono serviti anche a questo: durante il periodo del mio incarico mi sono infatti occupata della tutela dei chirotteri presenti in questi covi; in particolare mi sono adoperata affinché i lavori che dovevano essere realizzati in un importante edificio che ospita una colonia di repellenti rinolofi maggiori fossero portati a termine senza pregiudicare i chirotteri. E’ l’ultima colonia riproduttiva di tale specie di pipistrelli conosciuta sull’intero territorio piemontese-valdostano.

Le altre, grazie al cielo, sono andate incontro all’estinzione per cause antropiche o non sono ancora state “scoperte” da noi aringhe, cosicché non abbiamo potuto sperperarci sopra soldi pubblici; al riguardo Le va riconosciuto il merito di avere, con l’articolo, diminuito le probabilità che qualcuno sia pagato per scoprire tali colonie ed incrementato la probabilità che vengano distrutte senza che l’opinione pubblica lo sappia, perfetto corollario del tipo di informazione da Lei promosso.

Non paga delle nefandezze di cui sopra, avevo in programma anche una giornata di formazione, in cui istruire degli scagnozzi al fine di organizzare meglio futuri sperperi di denaro pubblico, sempre per i pipistrelli . Pensavo al Corpo Forestale, al personale dei Parchi e, più in generale, a quelli che in Valle d’Aosta sprecano tempo con la gestione degli ambienti rilevanti per la tutela dei chirotteri – ambienti forestali, zone umide, agroecosistemi, ambienti ipogei ed edifici monumentali – o che si occupano (mi vergogno a dirlo) di divulgazione naturalistica. Non so se la Regione vorrà confermare l’organizzazione della giornata; nel caso, sarà mia premura avvisarLa immediatamente e spero di averLa mia ospite: potrei fare ammenda offrendoLe tanti spunti per ulteriori avvincenti articoli.

Cordialmente,

Elena Patriarca